L’idea di poter guadagnare mettendo in streaming la propria musica sembra alla maggior parte degli artisti emergenti una leggenda cui non dare troppo credito. Il motivo? Se parliamo di strumenti come Spotify, il più noto servizio di streaming musicale al mondo, che ti consente di accedere a pagamento ad una infinita libreria di brani e che per ogni play su un brano paga all’artista circa 0,01€, allora è naturale possa esserci molta diffidenza a riguardo o addirittura una feroce critica come è stato nel caso degli Uniform Motion, band anglo-francese, che ha pubblicato sul celebre blog di musica e tecnologia, Hypebot, una lista delle revenue generate da ogni piattaforma per la vendita di musica online.
Come il downloading dei brani grazie ad iTunes ha distrutto un modo di fare business nell’industria musicale consolidato da anni e ne ha costruito un altro basato sul valore dei singoli brani (0,99 €), così molti analisti hanno definito lo streaming una grande trappola per via dell’ulteriore depauperamento del valore delle opere dovuto all’accesso da remoto e non più al possesso dei brani stessi.
Eppure indagini recenti condotte a livello mondiale hanno dimostrato che lo streaming audio e video sarà il principale modello di fruizione della musica soprattutto lato mobile, con un aumento esponenziale delle revenue generate per editori, etichette e musicisti.
Strategy Analytics - Trend per lo streaming musicale
In questo Music Talk, abbiamo intervistato Andrea De Matthaeis, giovane autore e cantante emergente, che ha fatto dello streaming una vera e propria bandiera e grazie al quale è riuscito ad ottenere risultati incoraggianti soprattutto in ambito video con il suo singolo “Hai acceso la luna” che ha ottenuto su Youtube/Vevo circa 400.000 visualizzazioni reali ed un introito importante che deriva dallo streaming del video e dalle royalties SIAE.
